
Il criptoportico fu rinvenuto all'inizio dell'estate del 1954 nel corso dei lavori per la realizzazione della canonica della cattedrale di Vicenza lungo il lato meridionale di Piazza Duomo. Per ricavare le cantine della canonica, i lavori prevedevano lo scavo fino alla profondità di 3,20 m. Arrivati però alla quota di 3 metri, gli operai si imbatterono in una struttura compatta molto più dura della terra e ghiaia circostante, probabilmente un frammento di pavimento. Nel delimitare la struttura ci si accorse che al di sotto essa appariva vuota. Con l'aiuto di una torcia apparve quello che sembrava una canaletta, poco profonda e non molto lunga. I lavori di pulizia e consolidamento subito programmati, rivelarono invece che si trattava di una struttura molto più complessa. Gli esperti della Soprintendenza archeologica, subito interpellati, intuirono che potesse trattarsi di un criptoportico di epoca romana. Furono pertanto predisposti i lavori di pulizia, restauro, illuminazione e messa in sicurezza che si protrassero per tre anni. Nel 1957, dopo la posa del pavimento in piastrelle, il criptoportico fu finalmente aperto al pubblico.
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